Scilla

Last Updated: Marzo 1, 2024By Tags: , , ,

Scilla (RC)

Incastonata come un prezioso gioiello nella costa Viola, Scilla è uno dei borghi in cui magia, mito e leggende vivono fra i vicoli e il mare. Scilla è un piccolo borgo, posto lì, a guardia dello stretto, volge lo sguardo alla Sicilia, controlla, scruta, attende passaggi. Scilla stupisce e incanta per i tramonti, per il panorama che si affaccia sulla Sicilia e per la bellezza del mare. Proprio il mare anche in tempi più antichi è stato la primaria fonte di sostentamento della zona, tanto che vennero rinvenuti i resti di un porto, poi spazzati via della forza delle correnti. Nella parte alta è situato il quartiere San Giorgio, la piazza di San Rocco, con la sua imponente statua dedicata alla Scilla Mitologica, scultura realizzata in bronzo dal reggino Francesco Triglia, che riproduce la metamorfosi del mito di Scilla, la bella fanciulla innamorata di Glauco e che per gelosia la maga Circe trasformò in mostro deturpandone il ventre con teste di latranti cani e le gambe a forma di coda di sirena (n. radioscillaweb.com), è un affaccio unico al mondo, domina e sovrasta l’intero borgo (la statua è stata collocata sulla parte terminale della tromba di un ascensore che collega il quartire San Giorgio da quello della Marina Grande);  discendendo una scalinata si giunge fino al Castello dei Ruffo.  L’ antica fortezza  controlla  la rupe.  Già dagli anni Settanta è luogo d’incontro tra persone e culture, prima come Ostello della Gioventù e ora come importantissimo centro culturale, sede di incontri e mostre. Al suo interno si trova il faro si Scilla, uno dei fari della Marina Militare. Il castello sorge direttamente sul promontorio, a picco sul mare, e divide due marine di Scilla: Maria Grande e Chianalea. Il percorso in salita, conduce attraverso passaggi in pietra dal colore accecante delle calde giornate del Sud, fino allo slargo ove, proseguendo si giunge ad un piccolo terrazzo, è lì che si viene travolti dalla magia di Scilla, lo Stretto, la sensazione del vuoto sotto la rupe, l’ampia spiaggia di Marina Grande. Pare di sentire il latrare del mitico mostro, terrore di navi e marinai, nascosto nell’antro, lì. “Scilla latrava come un cane, aveva dodici piedi invisibili e sei lunghissimi colli con sei teste e, in ogni bocca, tre file di denti fitti e serrati. Si cibava di pesci, ma, quando una nave si avvicinava troppo alla sua caverna si avventava anche sugli uomini” (Odissea XII canto). Acque funestate da scorrerie di pirati, popolate da sirene. Quel mare, dai colori cangianti del viola, del blu cobalto, popolato dalle creature che per secoli hanno attratto uomini e viaggiatori, affascina, inquieta, meraviglia. Bellissime, le sirene, si “vedono” nuotare fra le onde, il luccichio dell’acqua è il loro riflesso. Creature ammalianti che incantarono i compagni di Ulisse e che ancora oggi incantano e  rapiscono chi le ascolta. Scilla è la Marina Grande con il lungomare e la grande spiaggia bianca in cui è possibile passeggiare a guardare la rocca dal basso in tutta la sua imponenza. In estate Marina Grande è la zona balneare ricca di  stabilimenti e ristorantini. Scilla, fra i borghi più belli d’Italia, è Chianalea, magia, atmosfera. Chianalea, quartiere dei pescatori, lambito dal mare, si diparte dal porticciolo sotto la rocca. La piccola Venezia del Sud, così è detta Chianalea, dalle case affacciate sul mare che riflettono la loro immagine sull’acqua come un dipinto impressionista. Le casette, viste dal porto si proiettano nel mare sfumandone il blu violaceo di ocra, di  rossi dei tetti, dei bianchi delle facciate. Le vecchie case sono addossate le une alle altre e costruite fra gli scogli, le strette viuzze sono  lambite dal mare. Il frangersi delle onde fra gli scogli è la voce di Scilla, quel suono della risacca e dell’onda cupa. L’odore del mare  avvolge e travolge il visitatore. L’immagine del vicolo che degrada verso il mare è diventato il simbolo di Scilla. Sembra il rifugio ideale per le coppie in cerca di intimità: i vicoli stretti, le barche sul bagnasciuga, i ristoranti genuini raggiungibili dalla spiaggia.  Tutto fa pensare a un incontro romantico e suggestivo, carico di promesse. Le luci del tramonto infuocano la passeggiate e le case, un po’ scrostate dalla salsedine e dal tempo, la brezza accarezza le piante che crescono rigogliose e a volte, se rampicanti ricoprono di fiori e foglie interi edifici. Nelle casette ristrutturate,ristorantini con affaccio sul mare, posti  ideali in cui trascorrere romantiche serate a lume di candela, propongono deliziosi menu a base di pesce e piatti unici a base di pesce spada. La pesca del pesce spada nelle acque dello Stretto è un’arte antichissima la cui esistenza è documenta anche dallo storico Polibio che rimase affascinato da questa particolare tecnica di pesca che assume le forme di una vera e propria caccia, questo tipo di pesca ancora oggi si pratica con caratteristiche imbarcazioni che è possibile vedere all’orizzonte mentre  attraversano lo stretto o al rientro al porto. Guttuso ritrae un pescatore di Scilla con la fiocina in mano. La pesca del pescespada  si svolge tra i mesi di aprile e agosto, e, in parte, viene ancora praticata con la “passerella”, un’imbarcazione a motore che prende il nome dalla lunga passerella retrattile, realizzata con tubi di acciaio, che parte dalla prua, e che ospita la postazione del ramponiere. All’interno del castello sono esposte un’antica imbarcazione e una serie di foto d’epoca che documentano le attività del borgo. Gli splendidi fondali offrono la possibilità di immersioni alla scoperta di un ambiente sottomarino di rara bellezza. A Scilla molto partecipate sono la festa del santo Patrono, San Rocco, e la festa dell’ Immacolata la cui chiesa sorge ai piedi del castello. La cittadina è molto legata alla figura di San Rocco che viene festeggiato nel mese di agosto, il sabato e la domenica successivi al 16. Il primo giorno, la statua del Santo viene portata in processione tra i quartieri di Marina Grande e Chianalea, mentre la domenica attraversa quello di San Giorgio. Come vuole la tradizione, il simulacro è preceduto da circa cinquecento fedeli, nella maggioranza donne, che portano un cero votivo acceso, conosciuto col nome di ‘a ‘ntorcia. Il momento centrale della festa è domenica sera, quando prima si dà vita al “trionfino”, la statua viene portata di corsa davanti alla folla, e poi, a mezzanotte, sono accesi i fuochi pirotecnici sulla spiaggia di Marina Grande. L’economia si muove principalmente sulla pesca e sul turismo, un connubio perfetto se si pensa alla buona tavola e alla ricerca di prelibatezze locali che caratterizza il desiderio di scoperta per il palato che ogni buon viaggiatore porta con sé.  Re della tavola il pesce azzurro, sempre fresco e di ottima qualità. Generalmente i menù variano in base al pescato del giorno e ciò rassicura i commensali sulla bontà e la freschezza di ciò che arriva nel loro piatto. Le ricette sono molteplici e tutte si rifanno a una tradizione forte e legata al territorio e alla cultura della terra.Assolutamente da non perdere i piatti a base di pesce spada dall’involtino al semplice panino.

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