San Benedetto Ullano
San Benedetto Ullano (CS)
Avvolto dal verde rigoglioso dell’Appennino calabrese, situato a 460 sul livello del mare, si trova la comunità di San Benedetto Ullano, comune d’origine arbëreshë.
Dista circa trenta chilometri da Cosenza e dalla costa tirrenica cosentina. Con meno di duemila abitanti, custodisce, tra le sue case e la sua gente, una storia centenaria, una ricchezza culturale inestimabile: la lingua arbëreshë. Tante le tradizioni religiose/popolari da evidenziare: il 14 marzo festa Patronale dedicata a San Benedetto Abate. Il 19 marzo festa Patronale di San Giuseppe (nella frazione Marri). Il sabato prima della Domenica delle Palme (sabato di Lazzaro) si intona la Kalimera, un canto augurale che ricorda la resurrezione di Lazzaro ed è di buon auspicio per i frutti della terra in previsione della primavera. In ogni casa si fa la Kalimera, ramo di alloro ornato con nxhineta e taralli salati (viskòtet). La Domenica delle Palme, con i suggestivi rituali della Settimana Santa (Jav’e Made), la preparazione del sepolcro (Sumburku), ornato con piatti di legumi germogliati, la processione dei Misteri della Passione, durante la quale vengono intonati le lamentazioni, canti funebri/popolari in lingua arbëreshë e l’ufficiatura della Resurrezione. La prima domenica di maggio la festa della Madonna del Buon Consiglio, con le ormai celebri Vallije (danze in costume arbëreshë lungo le vie del paese). La prima domenica dopo l’Ascensione la festa dedicata al SS. Salvatore (in località Piano dei Rossi). La seconda domenica di giugno la festa di San Francesco di Paola (parrocchia di San Benedetto Abate). Il 24 giugno la natività di San Giovanni Battista (in località San Giovanni); la terza domenica di luglio la festa del Sacro Cuore (a Marri). La terza domenica di agosto la festa in onore di San Rocco (a San Benedetto Ullano) con la benedizione dei Papòçullat, pupazzi di pasta di pane. L’8 dicembre la festa dell’Immacolata Concezione (a San Benedetto Ullano). Per l’aspetto prettamente turistico c’è da vedere: la chiesa Madre di San Benedetto Abate che custodisce un grande mosaico del Cristo Pantòkrator (Onnipotente), una preziosa iconostasi in legno, tre lapidi del XVIII secolo, due busti marmorei ed un’urna cineraria di inestimabile valore, risalente ad epoca romana, sotto l’impero di Marco Aurelio; la chiesa della Madonna del Buon Consiglio (cappella gentilizia dei Rodotà De’ Coronei) detta anche Madonna degli Albanesi, affidata nel 1967 alle suore dell’ordine Piccole Operaie dei SS. Cuori, dove vi si conserva una statua lignea e le spoglie di San Clemente Martire; la chiesa di San Rocco, del Settecento, recentemente riconsacrata; la chiesa di San Giuseppe situata a Marri e la chiesa del Santissimo Salvatore nella frazione Piano dei Rossi, con, all’interno, un fonte battesimale ricavato da un ceppo unico di ciliegio. Girando per le vie del paese si trovano portali settecenteschi con stemmi e archi che caratterizzano le gjitonie e il museo all’aperto Porte Narranti. Storici gli antichi mulini in contrada San Giovanni, nel rione Croce e a Marri e un frantoio oleario, di proprietà privata ma perfettamente funzionante, con le macine in pietra. Le montagne che si ergono alle sue spalle e la presenza di numerosi corsi d’acqua - Argentina, Trefiumare, Annea – garantiscono un clima favorevole alle attività agricole e pastorali ed il benessere quotidiano degli abitanti, distribuiti tra la parte originaria del paese e le due frazioni, Marri e Piano dei Rossi. Sul versante interno della Catena Costiera Appenninica, la maggiore piovosità, unitamente all’impermeabilità del terreno e alla minore evaporazione, hanno permesso la formazione in località Laghicello, di un piccolo specchio d’acqua, a quota 1135 metri di altezza. Si tratta di un invaso perenne, incastonato al centro di una matura foresta di faggio talmente suggestiva da non avere eguali neppure in comprensori montani più noti e, quindi, divenuto luogo di rilevante importanza turistica per le sue bellezze naturali. Laghicello rappresenta un sito di importanza Comunitaria (SIC). I faggi, riconoscibili per le notevoli dimensioni (alti 30 metri) si innalzano verso il cielo dando luogo ad uno dei più caratteristici paesaggi forestali di quota che madre natura possa donare. è bellissimo inoltrarsi, nella tarda primavera, nella faggeta che circonda Laghicello: si trasforma in un vero e proprio caleidoscopio di tinte e colori contraddistinto da graziose fioriture di ciclamini. La particolarità climatica favorisce la presenza di numerose specie vegetali sia arboree che erbacee, infatti ai margini di esso, è presente la specie natante, brasca comune, pianta perenne che in primavera ricopre l’invaso di foglie acquatiche lunghe fino a 50 cm. che i visitatori possono tranquillamente osservare in superficie. Laghicello riveste un’importanza particolare non solo per la presenza di diverse piante diventate habitat naturale di specie animali come Hyla italica, Rana dalmatica, Salamandra salamandra, Salamandra terdigitata, ma in quanto ospita una specie particolare di anfibio, il Tritone Alpestre, Triturus alprestris inexpectatus, caratterizzato da una minore presenza di macchie sottogolari, una colorazione più scura e una coda leggermente più corta, rispetto alla sottospecie Triturus alpestris aquanus. Oltre al Tritone Alpestre vi si trovano altre due specie: il Triturus carnifex e il Triturus italicus. Dal momento che minime alterazioni dell’ambiente in cui vivono e si riproducono potrebbero causarne la definitiva scomparsa, è di fondamentale importanza salvaguardarne l’habitat per ridurre il rischio di estinsione locale della specie.