Sellia Marina

Last Updated: Luglio 2, 2024By Tags: ,

Sellia Marina (CZ)

La vita di Sellia Marina è strettamente connessa con la leggendaria città magno greca denominata Trischene. Narra la leggenda che, subito dopo la capitolazione di Troia, alcuni profughi guidati da Antenore nel loro peregrinare nel Mediterraneo siano approdati su un tratto di costa compreso tra due fiumi, il Simeri (Marvotrinchison) ed il Crocchio (Arocha), più precisamente presso la foce del fiume Uria. Nel gruppo dei fuggiaschi, inoltre, avrebbero trovato posto anche tre principesse troiane Astiochena, Attila e Medicastena, sorelle addirittura di re Priamo. Affascinate dai luoghi, proprio esse decisero che qui doveva trovare conclusione la fuga degli esuli ed ordinarono l’edificazione di tre templi. Uno venne dedicato alla dea Pale, fu eretto su un terrazzo ed intorno sorse, in seguito, la città chiamata Palepolis prima e successivamente Uria, che nell’antico idioma frigio può essere tradotto come “adorazione”; il secondo edificio sacro, dedicato ad Hera, fu eretto sul Crocchio, mentre l’ultimo, dedicato alla dea Athena, su un’altura alla destra del fiume Simeri, orientativamente presso l’odierno Colle del Sindaco a La Petrizia. Anche attorno agli altri due templi nacquero dei nuclei abitativi, che presero il nome rispettivamente di Herapolis ed Athenapolis. Nel 400 d.C., sotto il regno di Arcadio, queste tre poleis crearono una confederazione che prese il nome di Trischene (Tres Scenai o Treis Schenè) ovvero città dei tre luoghi o tre chiese, in quanto il vescovo celebrava alternativamente le feste principali nelle tre chiese delle tre città confederate. Vinta la seconda guerra punica (219-202 d.C.), Roma estese anche su Trischene il suo dominio. La città, sede vescovile, ormai densamente popolata per l’afflusso di genti latine e greche e finanche di monaci itineranti fuggiti dalla Palestina, continuò ad ingrandirsi, a munirsi di mura e torri e ad accrescere la sua ricchezza ed importanza, favorita dalla posizione adatta a traffici marittimi e terrestri. La Marina di Sellia dal 1300 al 1806 fu baronia dei Mazza, dei Sersale, dei Perrone, dei Barracco, di Rinaldo di Martino, degli Schipani, dei De Nobili. Con l’occupazione francese del Meridione, venne promulgato (2 agosto 1806) da Giuseppe Bonaparte il provvedimento di eversione della feudalità, che abolì la stessa nel Regno di Napoli e quindi scomparve anche il feudo della Marina di Sellia. Non si realizzarono mai stabili nuclei abitativi, i braccianti scendevano all’occorrenza dai centri abitati della pre-Sila, per svolgere le loro mansioni. Uniche strutture abitative, utilizzate solo durante i lavori stagionali, erano i “pagghiari” (pagliai), miseri ricoveri per uomini ed animali, costruiti sulle collinette prospicienti il mare, ma sufficientemente lontani dalle zone malariche e paludose. Tali luoghi, definiti “timpe o timpuni”, videro in seguito l’edificazione dei primi fabbricati in muratura dai tempi di Trischene e vennero, dal 1700 in poi, a popolarsi, soventemente prendendo il nome dal nucleo familiare che lo occupava totalmente o in modo prevalente; senza difficoltà oggi si può notare come la toponomastica locale rimandi a cognomi ancora in uso, che non sono altro che quelli dei discendenti di alcuni dei primi “colonizzatori dell’epoca moderna”: ad es. Fratto, Garcea, Giardinelli, Pullano, ecc. Seppur in assenza di un vero e proprio Comune, inteso come entità amministrativa locale autonoma, la popolazione residente crebbe gradualmente, ma in maniera progressiva, attraverso l’afflusso di interi nuclei familiari che si trasferirono dai loro paesi di origine dell’entroterra presilano (ad es. le frazioni di Feudo e Calabricata, all’epoca frazioni di Albi, videro un notevole incremento della loro popolazione grazie a genti provenienti da Albi e Sersale). Un’accelerazione allo sviluppo venne, inoltre, impressa dopo la metà del 1800 grazie alla costruzione della ferrovia, che attirò persone e famiglie provenienti da altre province. Benché crescesse molto rapidamente il numero degli abitanti (985 nel 1861, 2.163 nel 1936, 2.514 nel 1951 e già 3.875 nel 1961), le condizioni di vita della popolazione non subirono equivalenti progressi. Un’arretratezza derivata in buona parte dalla massiccia presenza del latifondo, contro cui anche in quest’area iniziarono, a metà degli anni ’50, le occupazioni organizzate delle terre incolte ad opera dei contadini. Un particolare episodio merita di essere ricordato a tal proposito: la tragedia datata 28 novembre 1946, ovvero la morte di Giuditta Levato, giovane contadina di 31 anni ed al 7° mese di gravidanza. Il luttuoso fatto si verificò mentre ella, insieme ad altri braccianti, tentava di difendere il proprio diritto all’utilizzo delle terre assegnate dallo Stato (precisamente dalla Commissione provinciale per le terre incolte) ai cafoni, all’indomani dei decreti Gullo (ottobre ’44), che disponevano la concessione delle terre incolte e mal coltivate ai contadini riuniti in cooperativa. Giuditta Levato morì a causa di una di un colpo di fucile di un uomo al servizio dell’agrario Pietro Mazza, negli scontri che seguirono il tentativo di impedire che una mandria di buoi del Mazza potesse invadere le terre già seminate dalla cooperativa di Calabricata, distruggendo le coltivazioni. Il 27 gennaio 1956, su iniziativa del deputato Miceli, venne annunziata in Parlamento la proposta di legge, discussa ed a approvata con parere favorevole. L’iter parlamentare della proposta si concluse quasi un anno dopo, il 13 dicembre 1956, con la legge N. 1439 (un unico articolo) con la quale venne creato il Comune autonomo di Sellia Marina, composto da Sellia Marina (in precedenza frazione di Sellia ed ora capoluogo del nuovo Comune) e dalle frazioni di Guido (con lo scorporo dal Comune di Sellia), Uria (con lo scorporo dal Comune di Magisano), La Petrizia (con lo scorporo dal Comune di Soveria Simeri), Feudo Dè Seta e Calabricata (scorporate dal Comune di Albi), Frasso e Rocca (scorporate dal Comune di Cropani). Attualmente, Sellia Marina può definirsi una cittadina di 7.000 abitanti circa, il ché ne fa uno degli abitati più popolosi della provincia catanzarese. Gode di una posizione particolarmente privilegiata dal punto di vista logistico, poiché al centro di una zona di notevole interesse turistico, storico, artistico e naturalistico. Incastonata nel mezzo del Golfo di Squillace, infatti, essa funge da ideale base di partenza per escursioni e visite delle affascinanti e pittoresche località limitrofe o circostanti. In un raggio di 14 km fino ad un massimo di 65, si raggiungono luoghi dove natura, storia ed arte si fondono (dall’area archeologica di Roccelletta di Borgia a Capo Colonna, dal Parco Nazionale della Sila all’affascinante sito delle Valli Cupe o ai pittoreschi paesini dell’entroterra pre-silano, come Cropani, Sersale, Taverna). Inoltre, è una rinomata località di villeggiatura estiva, grazie ai 14 km di costa, una spiaggia larga e di fine sabbia color avorio di particolare bellezza, che ogni anno attira migliaia di turisti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Legata al paese è la figura del celebre regista neorealista Vittorio De Seta, che qui ha vissuto, avendo la sua famiglia (di rango nobiliare), vari possedimenti terrieri. Importante, seppur largamente sottovalutata e sfruttata la ricerca archeologica nel territorio, che ogni tanto regala sorprese di valore (nel 2008, durante la posa di tubazioni per il metano, venne trovata un’antica fornace romana e tutta una serie di reperti storici, di apprezzabile valore).

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