Rende
Rende (CS)
Solidarietà e ospitalità sono da sempre presenti nell’animo calabrese e a Rende, nel particolare periodo dell’anno in cui cadono le vacanze di Natale, il tutto si intreccia con la tradizione della “Strina”. Anticamente i suonatori andavano di casa in casa per annunciare l’imminente nascita di Gesù, così come oggi vanno di porta in porta, rinnovando la gioia della tradizione. Nel dettaglio, la Strina di queste zone è caratterizzata dal punto di vista musicale dall’utilizzo di accordi bassi e si estende in una melodia lunga e suggestiva, con il coro ripetuto dal “cantaturi” che scandisce la frase iniziando a “strinare”. Il tuto ha inizio alla vigilia dell’immacolata, mentre nelle cucine si friggono i “cuddureddri”. Accogliere i portatori della strina significa “riscrivere” la storia di chi non veniva accolto, ovvero Giuseppe e Maria che, non ricevendo ospitalità, dovettero far nascere il loro bambino in una stalla al freddo e al gelo. Rende si snoda lungo il corso occidentale del fiume Crati, spingendosi fino alle Serre cosentine, con un pendio che scende dalle colline del centro storico fino alla parte più moderna della città. Secondo il racconto leggendario, all’incirca nel VII secolo a.C., si narra che il figlio di Licaone, re degli Arcadi, Enotro, giunsesse in queste terre, nell’area oggi conosciuta come “Guardiula”, e che lì fondasse l’antica Acheruntia, successivamente denominata Arintha in memoria di sua sorella. Al di là di questa leggenda, sono ben documentate le origini enotrie della primitiva Acheruntia, che in seguito divenne Pandosia. Nel corso del tempo, le vicende della città seguirono quelle della prossima Cosentia. Attualmente, il nucleo storico di Rende viene giustamente chiamato il “Borgo dei Musei” grazie alla presenza di rinomate gallerie d’arte e a un ambiente delizioso che richiama all’attenzione e al recupero dei borghi antichi. Rende, infatti, ha il territorio diviso tra una parte antica e una moderna. Se si cercano paesaggi e il gusto per l’architettura antica, il borgo originale della cittadina è sicuramente da visitare. Il cuore storico è su un’altura che mantiene intatta la struttura urbana medievale e custodisce con fedeltà i ricordi della toponomastica antica attraverso nomi alternativi di vie e piazze. Un esempio è la rinomata Piazza degli Eroi, conosciuta come “u sieggiu”, e la disposizione della strada che si dirigeva verso la “Porta di Cosenza”, collegando Rende al capoluogo. Inoltre, si possono ancora riconoscere le tracce dell’antico quartiere della Giudecca, caratterizzato da vicoli straordinariamente stretti e archi d’ingresso. Numerose sono le chiese e le dimore signorili che conservano portali finemente scolpiti e balconi decorati con ferro battuto. La modernità è stata l’imperativo che ha dominato lo sviluppo a valle di Rende, senza dimenticare il rispetto e l’importanza della natura che si rinvengono nella costruzione allora e nella manutenzione oggi di rilassanti parchi fluviali. Fiore all’occhiello della zona valliva la chiesa di San Carlo Borromeo e il moderno edificio che ospita gli uffici comunali. Inserita nel contesto del Parco Rossini, la chiesa presenta una struttura di forma circolare. Le sue imponenti dimensioni la rendono facilmente visibile anche da considerevole distanza, grazie alla cupola semisferica che si innalza per circa 30 metri d’altezza. Questa forma architettonica genera un impatto visivo straordinario. La cupola di questa chiesa, insieme al municipio, sono diventati simboli distintivi della zona più recente della città.