Cosenza
Cosenza (CS)
La sera della Vigilia, nelle case cosentine le attività si fermano: piccoli spettacoli pirotecnici e il suono delle campane annunciano la nascita di Gesù alle 21:00. Succede a Cosenza e nel suo circondario, ed è una tradizione davvero sentita. Ma da dove nasce questa usanza? Bisogna osservare che le tradizioni e le pratiche legate agli orari e alle attività dei conventi, dei monasteri e anche delle comunità religiose nel corso della storia sono state molteplici e variegate. Secondo alcuni suonare la Gloria alle 21:00 prende le mosse dalla fine del digiuno nei conventi e monasteri, dove era comune praticare l’astinenza da cibo per periodi prolungati, a volte con regolamenti specifici su quando terminasse questo periodo di astinenza. Tuttavia, non c’è un orario fisso universalmente accettato in cui il digiuno dovesse concludersi, poiché le regole potevano variare da un ordine religioso all’altro. Altri ritengono che l’orario sia legato al coprifuoco durante i tempi di guerra. Doveva trattarsi di una misura comune adottata per motivi di sicurezza, le restrizioni sugli spostamenti e sulle attività dopo determinati orari servivano a proteggere la popolazione da possibili attacchi nemici o per limitare attività sospette. La ragione si può rintracciare anche in un aneddoto sul vescovo cosentino che avrebbe imposto di suonare la “Gloria” alle 21:00 anziché a mezzanotte e potrebbe essere una storia legata più alla tradizione e alla leggenda che a fatti storicamente documentati. Alcune leggende o racconti popolari potrebbero aver attribuito a figure religiose gesti o decisioni insolite o insolite per scopi narrativi, fatto sta che tutti i cosentini continuano a tramandare questa tradizione. La narrazione più accreditata sembra provenire da una tradizione del Cinquecento, e racconta di un signorotto spagnolo che si invaghì di una giovane donna di Cosenza di nome Polidora. Quest’ultima rifiutò le avances del signore, il quale giurò di conquistarla prima della mezzanotte di Natale. Polidora cercò rifugio presso il vescovo di Cosenza, il quale le promise che non avrebbe permesso a nessuno di prendere la ragazza. Tuttavia, alla fine, il vescovo cedette al signorotto spagnolo in cambio di denaro. Nella sera del 24 dicembre, concesse agli scagnozzi del signorotto l’ingresso nel vescovado per prendere Polidora. Vedendosi senza via di scampo, la giovane si gettò dalla finestra. Erano le 21 in punto. Da allora, i cosentini, in segno di protesta contro il potere degli occupanti e il presunto tradimento della chiesa, celebrano il Natale alle 21 del 24 dicembre. Cosenza è un polo culturale di grande interesse grazie alla presenza dell’Università della Calabria e ad un territorio ricco di musei e associazioni che sviluppano manifestazioni con una forte ricaduta e partecipazione sul territorio. Nel periodo delle feste, generalmente, vengono allestite delle luminarie a tema per tutto il centro cittadino, sia la parte moderna, dove si snoda il Museo all’Aperto Bilotti (MAB) che quella storica, chiamata generalmente e affettuosamente “Cosenza Vecchia”, dove, lungo Corso Telesio, è possibile ammirare la Cattedrale romanica. Queste del 2023 saranno delle festività di gran fermento, dato che, come si legge sulla home page del Comune, Cosenza è tra le 16 città che concorrono al titolo di capitale italiana della Cultura per il 2026. Un risultato a cui si è giunti con il dossier dal titolo “Dai sogni ai segni”. La proclamazione della vincitrice è fissata per il 29 marzo 2024, giorno in cui si saprà quale è la Capitale Italiana della Cultura 2026.